lunedì 18 aprile 2011

HORA NEWS

GIORNALINO D'ISTITUTO




LA FONDAZIONE DI PIANA DEGLI ALBANESI

Piana degli Albanesi (Hora e Arbëreshëvet), piccola cittadina di 6200 abitanti a 23 km da Palermo, sorge alle falde del Monte Pizzuta e guarda una suggestiva vallata dominata dalla presenza dell'omonimo lago sorto dallo sbarramento artificiale di uno dei rami da cui origina il fiume Belice.

Storia

Piana degli Albanesi fu fondata alla fine del XV secolo da un consistente gruppo di esuli greco-albanesi provenienti dall'Epiro e dalla Morea, a causa dell'imminente avanzata turco ottomana di fede musulmana, che minacciava la cristianità nei territori della penisola balcanica. L'esodo ebbe inizio in seguito alla disfatta dell'Impero Bizantino e alla morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, che vittoriosamente combatté per la libertà del proprio popolo per più di un ventennio.

Negli anni tra il 1482-1485 numerosi arbëreshë trovarono rifugio nelle vicine coste dell'Italia meridionale, lasciando con rimpianto la madrepatria. Grazie all'appoggio della Repubblica di Venezia, che favoriva le migrazioni per ripopolare centri disabitati o colpiti da carestie, profughi della Chimara, tra cui consanguinei di Castriota e nobili della più elevata aristocrazia albanese, come risulta dai diplomi reali di quella epoca, riuscirono ad inoltrarsi sino a raggiungere la Sicilia, certuni sbarcando nelle vicinanze di Solunto. Negli anni 1486-1487 fu chiesto al cardinale Giovanni Borgia di Monreale il diritto di soggiorno sulle terre di Mercu e Aydingli, situate nell'entroterra montuoso presso la pianura della Fusha. L'ambiente si presentava vicino ai poli principali cittadini siciliani, ma alquanto riparato, fertile e ricco d'acqua. Stipulate le "capitolazioni" in albanese e in italiano, approvate in seguito anche da un Breve di Papa Sisto IV, la concessione ufficiale fu sancita per il 30 agosto dell'anno 1488, cui seguì la costruzione del più grosso centro albanese dell'isola e in primis degli edifici religiosi. Il centro abitato si è quindi sviluppato su più quartieri (fra i primi "Qaca e vjetër", "Shën Gjergji" e "Sheshi"), seguendo la morfologia montuosa del territorio. Nel 1534, durante la seconda diaspora albanese, altri gruppi di famiglie provenienti dalla Tessaglia e dalle dalle città di Corone, Modone e Nauplia in Morea, attuale Peloponneso, si aggiunse ai primi esuli.

Durante il XIX e XX secolo, gli arbëreshë di Piana degli Albanesi apportarono un notevole contributo alla cultura e alla letteratura italo-albanese, giocarono un ruolo significativo per l'unità nazionale italiana, e parteciparono alle fasi più incisive del movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (denominato in lingua arbëreshë Dhomatet e gjindevet çë shërbejën); a ribadire il loro legame con la madrepatria e l'amore per quella odierna.



Nel corso dei secoli gli abitanti hanno conservato gelosamente le proprie radici culturali quali il rito bizantino, la lingua, gli usi, le tradizioni e i caratteristici costumi femminili riccamente ricamati, e oggi, nel XXI secolo, è ancora forte l'attaccamento alla tanto amata terra natia



Gli arbëreshë mescolano le loro usanze con quelle dei siciliani



PIANA DEGLI ALBANESI (PA) – Le peculiarità storiche e culturali non hanno mai impedito, né poteva essere diversamente, che gli arbëreshë di Piana degli Albanesi stabilissero proficue relazioni con la cultura, la lingua, gli usi e le tradizioni popolari della Sicilia.

Molte di queste tradizioni, riferibili a vari momenti dell'anno e della vita quotidiana, sono cadute in disuso, altre, invece, legate alle scadenze religiose che notoriamente presentano un forte carattere conservativo, hanno potuto mantenere una loro vitalità. Fra queste vogliamo ricordare il Kalivari ("Carnevale"). Il periodo del Carnevale è compreso tra il 7 gennaio e il mercoledì delle Ceneri. Kalivari è, per definizione, festa trasgressiva nella quale la "normalità" viene temporaneamente accantonata per dare libero sfogo al gioco e alla creatività.

Gli arbëreshë, sono profondamente legati a questa ricorrenza, la festeggiano in modo particolare. Nel corso principale del paese, per l'occasione, sono addobbate con materiale carnevalesco (festoni, luci colorate, maschere, ecc.) diverse sale da ballo dove ogni giovedì, sabato e domenica sera, le donne in maschera invitano al ballo gli uomini in attesa di essere prescelti. Motivo di spassosi equivoci, nel segno del sano divertimento, sono i frequenti travestimenti nell'uno e nell'altro sesso.

I numerosi turisti, attratti dalle sfilate in maschera e da questo modo originale di interpretare il Carnevale, partecipano attivamente alla festa.

Caratteristici sono i dolci (a forma sferica o schiacciata, di pasta lievitata, fritta e zuccherata) detti rispettivamente loshka e petulla, che si consumano l'ultimo lunedì del Kalivari.

Altra ricorrenza tipica è quella dei Lluminarji ("Falò di S. Giuseppe"). La sera del 18 marzo, vigilia della festa di S. Giuseppe, in appositi spazi dei vari quartieri del paese, spesso in competizione fra loro, vengono accesi grandi falò di legna raccolta, già settimane prima della ricorrenza, da gruppi di volenterosi ragazzini. Attorno ai falò si radunano gli abitanti del quartiere che vi si intrattengono fino all'esaurimento della brace la cui carbonella, in altre epoche, veniva divisa e portata nelle case per gli usi domestici. Tante sono poi le tradizioni legate alla Pasqua. Cariche di simboli che richiamano la vita, la fertilità e la Resurrezione, sono le uova rosse, preparate per il Sabato Santo e mangiate dopo mezzogiorno, quando le campane riprendono a suonare mentre il profumo d'incenso inonda le case. Sono utilizzate anche per abbellire panaret, i pani di Pasqua, e vengono distribuite ai fedeli e ai turisti la Domenica di Pasqua dopo la sfilata delle donne in costume tradizionale.

VIVIANA ZUCCARO, II C SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO




MOTOCROSS : uno sport emozionante

A Piana degli Albanesi un paesino in provincia di Palermo da pochi anni si pratica un nuovo sport, il “MOTOCROSS”. L’associazione FMI tutela questo sport a livello mondiale. Nel nostro paese i motocrossisti sono tutti iscritti al Motoclub 3VALLI il cui presidente è Antonino Bello. Ogni anno il motoclub organizza eventi di enduro, perché Piana ha molti luoghi come percorsi montani che permettono di praticarlo. Gli associati del club praticano sia enduro ma anche motocross  vero e proprio. In questi anni il motoclub  con i propi piloti ha fatto molte trasferte per far partecipare i piloti agli eventi del campionato regionale siciliano di MOTOCROSS/ENDURO in tutta la Sicilia. I piloti frequentanti le gare di enduro sono : Carmelo Cassarà , Giorgio Vasotti , Gianfranco Matranga , Giuseppe Cusenza , Salvatore Renda , Antonino Musacchia  e Antonino Bello. I piloti frequentanti le gare di motocross sono: Gianfranco Matranga, Giuseppe Cusenza, Antonino Musacchia e Salvatore Renda. L’enduro consiste in attraversate di territori poco accessibili, mentre il motocross si pratica in piste con salti. Noi piloti oltre a essere iscritti al motoclub siamo anche iscritti alla FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA (FMI) che ogni anno ci invita a partecipare a scuole di guida, in cui ci sono dei maestri molto esperti che ci aiutano a migliorare la nostra tecnica di guida. Sia per il motocross sia per per l’enduro ci sono varie categorie, a seconda l’età del pilota (in genere da 6 a 40 anni) o della cilindrata della moto. Nel nostro paese i crossisti sono pochi , perché portare una moto da sport estremi è considerato pericoloso per la propia incolumità, però oggi per fortuna c’è’ gente che mantiene questo sport vivo.

GIUSEPPE CUSENZA e GIANFRANCO MATRANGA

venerdì 1 aprile 2011

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